• 11/02/2025

84 assegni di ricerca per la transizione green

 84 assegni di ricerca per la transizione green

La Regione Toscana ha finanziato 84 assegni di ricerca per rafforzare i processi di transizione green. Ne abbiamo parlato con Alessandra Nardini, assessora regionale

 

Ci sono lo sviluppo di piani di forestazione urbana, la valorizzazione di biomasse rinnovabili da applicare alle industrie agro-alimentari, fito-cosmetiche e conciarie, oppure lo studio degli effetti biologici in talune patologie per migliorarne gli approcci preventivi o terapeutici.

In totale sono stati 84 gli assegni di ricerca finanziati dalla Regione per rafforzare i processi di transizione green in Toscana. I grandi temi affrontati? Dalla neutralità carbonica all’economia circolare, dallo sviluppo di sistemi agricolo-forestali intelligenti alle produzioni ambientalmente sostenibili.

È questo l’esito del bando regionale pubblicato nell’aprile scorso e diretto a finanziare assegni di ricerca nell’ambito di progetti di durata biennale, realizzati in collaborazione tra università ed enti di ricerca.

Il bando mirava a sostenere attività di ricerca applicativa, ovvero percorsi di alta formazione tramite la ricerca, con l’obiettivo di qualificare con innovative competenze teoriche e applicative i giovani assegnisti, che ora prenderanno parte ai progetti di ricerca, aumentandone al contempo l’occupabilità in settori strategici per lo sviluppo regionale.

«La transizione green è una grande sfida che per essere vinta ha bisogno non solo di nuove tecnologie o di applicare a nuovi contesti tecnologie già note, ma anche di ampliare il bacino di competenze disponibili formando figure professionali, capaci di dialogare e partecipare alle attività di ricerca», spiega il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

«Questo bando tiene legati a doppio filo il sostegno alla ricerca, che per noi è una priorità, e il tema attuale e importantissimo della sostenibilità ambientale, attraverso la valorizzazione del capitale umano, riconoscendo il contributo di università ed enti di ricerca come indispensabile per vincere questa sfida», osserva l’assessora regionale a università e ricerca Alessandra Nardini.

«Di fronte all’alta partecipazione – prosegue – abbiamo fatto di tutto per integrare le risorse originariamente stanziate (la partecipazione all’avviso è stata elevata, spingendo la Regione a integrare con 400mila euro lo stanziamento inizialmente fissato a 3,5 milioni di euro, ndr). La mole e la qualità delle proposte presentate rivelano come il campo della ricerca nel settore della transizione verde sia particolarmente sviluppato e quanto sia diffusa la sensibilità verso il contrasto dei cambiamenti climatici».

TOSCANA ECONOMY - 84 assegni di ricerca per la transizione green
Alessandra Nardini

Dei complessivi 3,9 milioni di euro beneficeranno le Università di Firenze, Pisa e Siena, l’Università per stranieri di Siena, la Scuola Superiore Sant’Anna, l’Imt Lucca, il Cna e il Crea. I progetti spaziano da ambiente a territorio, da energia a smart agrifood, fino all’impresa intelligente e sostenibile. Sono inoltre finanziati i progetti relativi alle tecnologie per il risparmio energetico, per l’economia circolare e la bioeconomia, per la decarbonizzazione, per la valorizzazione delle fonti energetiche rinnovabili, per la resilienza ambientale e i sistemi di propulsione green.

Tra i progetti finanziati troviamo:

• Tatto della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, che si propone di sviluppare un sistema avanzato di telepresenza tattile per l’operazione di robot remoti;

• Castanet del Cnr, che si occupa di molecole bioattive derivate dalla castagna per la stabilità della placca aterosclerotica, con studio dell’attività antiossidante e di inibizione enzimatica;

• Adesfur (anche questo del Cnr), che si occupa di strategie di impiego dell’acqua di depurazione secondaria della città di Prato nell’ambito di piani di forestazione urbana;

• Prisma dell’Università di Pisa, che studia i processi innovativi sostenibili per la valorizzazione circolare di materiali di scarto;

• Vinstein (anch’esso dell’Università di Pisa), che si propone di sviluppare tecniche innovative per fornire al comparto vivaistico strumenti rapidi ed efficaci per identificare, monitorare o predire l’eventuale presenza di condizioni di stress e l’adeguatezza e la sostenibilità delle pratiche di gestione;

•  infine Biocharm dell’Università di Firenze, che si propone di sviluppare l’utilizzo del bio-char vegetale nelle patologie metaboliche.

Come previsto da una riserva inserita nel bando, verranno finanziati anche otto progetti che non hanno al centro una declinazione di matrice tecnologica, ma lo sviluppo di attività di educazione o comunicazione ambientale e di animazione territoriale sui temi del risparmio energetico e dell’economia circolare.

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David Meccoli

Giornalista tradizionale e digitale, esperto in relazioni pubbliche e comunicazione d'impresa

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