• 15/02/2025

2021 anno della svolta green e dell’industria 4.0

TOSCANA ECONOMY 2021 anno della svolta green e dell’industria 4.0
Riccardo Breda

INTERVISTA A Riccardo Breda presidente Unioncamere Toscana e presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno

Le Camere di commercio toscane stanno investendo da tempo in progetti di conoscenza sull’economia circolare, per il presidente di Unioncamere Toscana, la sfida sarà quella di farne capire i benefici alle imprese che oggi si sentono ai margini

Una regione più green, con più innovazione e formazione. Con un turismo che dovrà recuperare il (tanto) terreno perduto e con l’obiettivo di portare avanti una rivoluzione industriale 4.0. Ma sempre con la stella cometa delle piccole e medie imprese, vera ossatura dell’economia regionale. Sono i punti all’ordine del giorno per il 2021 di Riccardo Breda, presidente di Unioncamere Toscana dal gennaio 2018. 

Imprenditore grossetano, Breda ha iniziato la carriera associativa come presidente del gruppo Giovani imprenditori Cna Grosseto nel 2000. Nell’associazione artigiana ha poi ricoperto prima la carica di vicepresidente, fino a divenirne presidente provinciale nel 2013. Dal 2009 al 2014 è stato inoltre presidente di Grosseto Fiere. Ha partecipato alla vita camerale come consigliere della Camera di Commercio di Grosseto dal 2003, divenendone presidente nel 2015. Ha poi guidato la fusione dell’ente maremmano con la Camera di Commercio di Livorno e dal settembre 2016 è presidente della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno, primo ente nato per accorpamento in Toscana in seguito alla riforma del sistema camerale. 

Unioncamere Toscana è l’ente che, attraverso un’opera di coordinamento per l’adozione di strategie comuni, provvede alla promozione e allo sviluppo del sistema economico regionale, assicurando l’omogeneo indirizzo di azione delle Camere toscane. 

Presidente, come sono cambiati i rapporti con le imprese in tempi di pandemia?

«È cambiato tutto, il Coronavirus ha purtroppo stravolto anche la vita lavorativa. Non è facile parlare di adempimenti normativi e imprenditorialità a distanza. Ma ci siamo adeguati».

Uno dei fattori che più preoccupano le imprese sembra essere la crisi di liquidità.

«I nostri associati sono rimasti disorientati già durante il primo lockdown: ci chiedevano aiuto per capire i Dpcm, le chiusure delle attività, i codici Ateco. Ma certo la preoccupazione più forte riguarda, da tempo, le risorse economiche. I ristori previsti dalla normativa aiutano solo in parte: i costi fissi continuano a incidere in maniera sostanziale e verso le imprese le istituzioni dovrebbero avere maggiore attenzione».

Il 37% dei fondi assegnati dal Recovery Plan saranno impiegati in politiche ambientali. Cosa può significare, questo, per le aziende toscane?

«È una grandissima opportunità. La nostra regione è conosciuta in tutto il mondo per le sue città d’arte, ma possiede anche un grande appeal per il suo ambiente. Con i nuovi finanziamenti potranno essere sviluppate le economie circolari proprio a tutela di questo settore. E non si pensi che potranno essere utili solo alle grandi imprese: si aprono interessanti scenari anche per le Pmi, delle quali è ricco il nostro territorio. Le Camere di commercio toscane stanno investendo da tempo in progetti di conoscenza sull’economia circolare: la sfida sarà quella di farne capire i benefici alle imprese che oggi si sentono ai margini».

Cosa si intende per rivoluzione industriale 4.0?

«Si tratta di un altro progetto che può portare enormi vantaggi. Tutto è iniziato con uno studio fatto nel 2018 dalla Regione Toscana, che evidenziava alcuni aspetti negativi del nostro sistema economico rispetto ai dati nazionali. Con l’industria 4.0 si mira a recuperare questo gap investendo in formazione, innovazione, digitalizzazione, nuovi macchinari e processi produttivi. E questo al di là delle dimensioni dell’azienda. Paradossalmente la pandemia ha accelerato questo processo e fatto capire che chi non si adegua rischia di restare fuori dal mercato. E oggi la Toscana, sotto questo aspetto, è molto più avanti di due anni fa».

Quale è il piano di azione di Unioncamere per il 2021?

«Gli investimenti si concentreranno lungo una precisa linea strategica che si può riassumere in tre principali rami: innovazione, formazione e turismo. Certo, anche il 2021 sarà un anno particolare: attendiamo di capire l’impatto che la seconda ondata del virus ha avuto e avrà sull’economia toscana e poi decideremo la definitiva strategia d’azione. Ma già esistono interessanti bandi a tutela di chi investe nella sicurezza di dipendenti e clienti, oppure diretti a singoli settori come lo smart-working o gruppi particolari d’imprese. Mi auguro poi di trovare la massima condivisione tra tutte le Camere di commercio, la Regione e i singoli Comuni, anche per l’individuazione dei migliori canali di finanziamento».

Il turismo, così importante per la Toscana e per il suo diretto territorio di “competenza” (la Maremma e il Tirreno), è stato uno dei settori maggiormente colpiti dalla crisi.

«È vero. Su questo vorrei sottolineare due storie. Una positiva, che ha visto una stagione estiva 2020 recuperare nonostante in tanti l’avessero data per persa. È stata una boccata d’ossigeno per le imprese costiere, ma anche per tanti agriturismi. L’altra, purtroppo, è negativa e ci dice che le città d’arte, a cominciare da Firenze, solo con il turismo nazionale non sopravvivono. I collegamenti aerei ci raccontano di dati drammatici. E sono venuti a mancare, tanto per fare un esempio, i 3 milioni di crocieristi che ogni anno sbarcano al porto di Livorno. Gli aiuti arrivati non sono stati finora sufficienti: le imprese del turismo devono essere sostenute maggiormente».

A che punto è il processo di fusione tra le Camere di commercio toscane?

«Livorno e Grosseto, ovvero il mio territorio, si sono unite per prime, nel 2016. Hanno fatto seguito Siena e Arezzo nel 2018 e pochi mesi fa Pistoia e Prato. Con la conferma della Città Metropolitana di Firenze e l’accorpamento tra Massa, Pisa e Lucca le Camere toscane diventeranno cinque: ormai la strada è tracciata».


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David Meccoli

Giornalista tradizionale e digitale, esperto in relazioni pubbliche e comunicazione d'impresa

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